Il nome di Numana, come quello del vicino paese di Sirolo, non si è legato sempre al turismo o alla pesca. Tra il 1920 e 1970 la sua fama è arrivata in tutti i continenti grazie alla produzione e vendita delle fisarmoniche. Per merito di alcuni imprenditori, primo fra tutti Alfredo Frontalini, questo strumento musicale ha permesso ai numanesi di superare il grave problema dell’emigrazione, ha insegnato loro un mestiere e divulgato una mentalità di tipo imprenditoriale, conferendo benessere economico a tutta la comunità.

La fabbrica di fisarmoniche Frontalini

Nasce con Nazzareno (Ancona 1871 – Numana 1944), che appena sposato si trasferisce a Numana. Amante della musica, insieme ad alcuni amici numanesi, nei primi anni del secolo scorso inizia a costruire organetti per la ditta di Paolo Soprani di Castelfidardo. Nel 1909 fa parte della filarmonica G. Verdi di Numana, diventa insegnante di musica per i ragazzi del posto e direttore della locale banda cittadina.

Nel 1920 ricopre la carica di vice sindaco del paese. Il figlio Vincenzo tornato dalla guerra, collabora con il padre, seguendo l’attività di approvvigionamento e magazzino per la ditta.

Il decollo dell’attività Frontalini

Il vero artefice del decollo dell’industria della fisarmonica di Numana è stato però il figlio Alfredo (1900 – 1967) che per la sua versatilità e intraprendenza è riuscito a portare le fisarmoniche Frontalini in tutto il mondo. Direttore amministrativo e curatore delle vendite, Alfredo ha saputo qualificare la ditta e portarla ai massimi livelli.

Le fisarmoniche vengono dapprima vendute in Belgio, Olanda e nei Paesi Scandinavi, quindi arrivano negli altri continenti. I 25 dipendenti del 1929 nel primo dopoguerra sono 446 con una produzione di circa 600 fisarmoniche al mese che nel giro di pochi anni triplica fino ad arrivare a 1.800.
Dai locali situati nel seminterrato del Palazzo Comunale, dove era nata la ditta, lo stabilimento Frontalini si amplia con l’acquisto della proprietà Radicioni e di tre fabbricati poco distanti tra loro.

Nel 1946 la produzione ed esportazione di fisarmoniche cresce in modo vertiginoso, raggiungendo livelli mai visti.

La ditta Scandalli di Camerano, la Frontalini di numana e la Settimio Soprani di Castelfidardo si uniscono tra loro e fondano un’unica società: la Farfisa.

La ditta Scandalli di Camerano, la Frontalini di numana e la Settimio Soprani di Castelfidardo si uniscono tra loro e fondano un’unica società: la Farfisa.

Pochi mesi dopo, però, lamentando reciproche diffidenze e l’esclusione dalle decisioni nella direzione amministrativa, riprende l’attività in proprio.
Alfredo Frontalini istituisce un’ orchestrarmonica composta da fisarmoniche particolari, con specifici suoni del flauto, dei violoncelli, dei contrabbassi, degli ottoni, in grado di creare una polifonia simile ad una vera orchestra. Il successo e la fama vengono raggiunti con l’esibizione alla Basilica di Massenzio nel settembre del 1947, quindi in Belgio alle Beaux-Arts di Bruxelles, ad Anversa, Liegi, Gand e in Svizzera dove la critica fu unanime nel riconoscere l’orchestra “uno strumento formidabile per la divulgazione della musica”. Prestigiosi direttori dell’orchestrarmonica sono stati Pippo Bazzizza, il polacco Mattia Gleich, Gianfranco Rivoli e Liberato Drenaggi.

La Frontalini arriva ad occupare più di 600 addetti, ma con la contrazione del mercato, dovuta al cambio del gusto musicale più orientato verso le novità provenienti dai paesi anglosassoni e il genere lirico rispetto a quello melodico, nel 1964 è costretta a chiudere, nonostante alcuni tentativi di diversificazione della produzione.

La Frontalini arriva ad occupare più di 600 addetti, ma con la contrazione del mercato, dovuta al cambio del gusto musicale più orientato verso le novità provenienti dai paesi anglosassoni e il genere lirico rispetto a quello melodico, nel 1964 è costretta a chiudere, nonostante alcuni tentativi di diversificazione della produzione.